giovedì 26 settembre 2013 Unknown

Si riparte dal Lerda-bis: ma di chi la colpa?




Era nell’aria ma martedì mattina è arrivata l’ufficialità: Checco Moriero non è più l’allenatore del Lecce. Ma quello che più stupisce (forse, perché nel calcio si cambia spesso di umore) è il nome del suo successore.  Si tratta infatti di Franco Lerda, richiamato dopo l’esonero (forse a posteriori un po’ frettoloso) dello scorso gennaio.


Mister Moriero indubbiamente è uno dei principali artefici del disastro di queste prime giornate, ma non di certo l’unico. Al trainer salentino va rimproverata certamente una mancanza di equilibrio nella squadra (sono troppi 10 gol subiti in 4 giornate per una squadra che vorrebbe salire di categoria) e l’insistenza nello schierare alcuni giocatori palesemente inadeguati o in ruoli che non ne esaltassero a pieno le caratteristiche.  A sua parziale discolpa (ma non tanto, poiché la preparazione è curata sì in primis dallo staff sanitario, il quale però deve avere totale sintonia con l’allenatore) un numero ragguardevole di infortuni, alcuni dei quali di giocatori importanti per la categoria come Papini e Rullo ad esempio.

La società ha poi sicuramente sbagliato qualche valutazione in sede di mercato, sopravvalutando alcuni acquisti e tentando di rimediare comprandone altri tra gli svincolati, non tenendo conto di una disomogeneità che si andrà irrimediabilmente a creare nella condizione atletico-psicologica della squadra. Andando avanti così si rischierebbe di avere un Lecce pronto per gennaio, peggio ancora febbraio, quando le gerarchie del campionato si saranno già delineate.

Augurando a Moriero comunque ogni bene, e ringraziandolo per la sua dedizione alla causa, ora al cavallo di ritorno Lerda spetta un compito veramente arduo, a partire dalla trasferta di Perugia. Il girone B è molto diverso dal girone A, e il tecnico di Fossano deve ricostruire la squadra fisicamente e mentalmente. È dura, ma questo campionato è solo alla quarta giornata: la sua storia deve essere ancora scritta in toto.

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