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Curva Nord - photo by: uslecce.it |
Era una giornata di fine aprile, precisamente il 25 aprile del 2004, quando il Lecce si apprestava a visitare il campo della Juventus, quel “Delle Alpi” che fino a quel momento non aveva mai violato in nove anni di serie A. Era Il Lecce di Delio Rossi, che molti a dicembre avevano già dato per morto e sepolto, una squadra da 12 punti nel girone di andata ma che onestamente aveva sempre giocato un buon calcio e che, con vivo stupore da parte degli stessi tifosi, a suon di punti stava uscendo fuori dalla zona retrocessione (quell'anno scendevano le ultime tre, mentre la quartultima avrebbe fatto uno spareggio con la sesta di serie B). Era una Juventus, allenata da Marcello Lippi, molto in difficoltà dall'altro lato, che aveva da tempo consegnato la lotta scudetto alla Roma e al Milan, il quale alla fine sarebbe risultato vincitore.
Pomeriggio molto caldo, sia qui che a Torino, e molti tifosi, profittando della coincidenza con la festività della Liberazione, preferirono la prima passeggiata al mare alla partita, consci di un'impresa che francamente ritenevano impossibile. Lippi decideva di lasciare in panchina Del Piero, affidandosi comunque a un modulo molto offensivo, e forse sottovalutando un po' l'avversario.
Passavano pochi minuti, e Trezeguet ci colpiva, troppo solo in area, sfruttando una corta respinta della nostra difesa. Mai partita poteva mettersi peggio... e dopo poco la Juve sbagliava il secondo gol, con una grande parata di Sicignano sullo stesso attaccante francese. I giallorossi però ebbero un primo sussulto d'orgoglio, che portò al pareggio di Daniele Franceschini, abile a sfruttare una corta respinta di Buffon su tiro di Ledesma. 1 a 1 e una nuova partita ha inizio! A quel punto si svegliava una gazzella nera, fino ad allora in attesa del momento più opportuno: Axel Konan, l'attaccante ivoriano che in quella giornata toccò il punto più alto di una carriera costellata da gravi infortuni. In tanti in quell'occasione lo paragonarono a uno dei calciatori africani più famosi di tutti i tempi, George Weah, quando andò a insaccare di sinistro dai 30 metri dopo essersi bevuto tutta la difesa bianconera. Sembrava invece Maradona quando si mise a scartare i suoi avversari e segnò il terzo gol con un potente tiro imprendibile anche per il grande Buffon. Solo un sogno? Assolutamente no, perchè Chevanton nel secondo tempo, con un diagonale su assist di Ledesma, contribuiva col quarto gol a completare una giornata fantastica e a rendere vani i cambi di Lippi. La Juventus, squadra più titolata in Italia, un pugile alle corde, cercava di reagire, segnando 2 gol con Maresca su assist di Del Piero e con lo stesso Pinturicchio su un'azione viziata da fallo.Ma il Lecce era troppo in palla e troppo determinato a portare avanti un risultato importante!
E non dubitate che ad alcuni tifosi della Vecchia Signora udendo il nome di Konan possano riaffiorare certamente le paure più grandi!
Giampiero Centonze
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