Photo by: @JChevanton - Twitter.com |
Nella sua storia Lecce ha saputo apprezzare le qualità di tanti calciatori, stranieri e non. Senza spostarsi troppo indietro nel tempo, basta pensare a Pasculli e Barbas, Moriero, Sesa o Vucinic, per citare qualche esempio qua e là. Ma nessuno come Ernesto Javier Chevanton ha saputo incarnarsi nell'ambiente giallorosso, facendosi sinonimo di una “leccesità” che lo contraddistingue fin da quando, nell'estate 2001, insieme al suo compagno fraterno Guillermo Giacomazzi, ha messo per la prima volta piede nella terra “dellu sule, dellu mare e dellu ientu”.
A parte i numeri, inequivocabili (miglior cannoniere della storia del Lecce in serie A con 32 reti, alcune delle quali davvero spettacolari), sono i gesti e il rapporto con i tifosi a fare di lui un grande. Basti pensare all'ovazione riservatagli nel 2004 al suo primo addio (con un super gol da calcio d'angolo contro la Reggina) o alla vicinanza della città nei periodi difficili dell'infortunio. Un rapporto sempre fraterno, fatto di spontaneità da parte del giocatore, che anche quando non ha giocato tantissimo (nell'anno di De Canio, dopo il suo primo ritorno) si è dimostrato uomo-spogliatoio, in grado di dare consigli ai compagni più giovani e di mantenere una certa armonia all'interno del gruppo. Non manca poi la sua vivacità in ritiro (basti pensare alle sue recenti performance come parrucchiere), oltre a quella in campo, che era già nota e che forse ai più può sembrare un limite, ma può essere anche vista come una continua voglia di dare tutto sé stesso alla causa.
Con tanti dubbi sulla categoria che il nostro Lecce disputerà, il suo secondo ritorno porta una certezza a noi tifosi: lui ci sarà, in qualunque serie, a Como o a Trapani così come a Crotone o a Bari. Gli altri magari andranno via, allietati dalle sirene di ingaggi importanti, ma lui sarà il nostro perno. Perché per lui non contano i soldi: conta solo la maglia da indossare e questa maglia è giallorossa!
Giampiero Centonze
2 commenti:
Sarà sicuramente un trascinatore in campo e nello spogliatoio. Il Lecce e la tifoseria avevano bisogno di un uomo-leader come lui. Forza Cheva!!
Hai ragione Cuore Giallorosso, vorremmo sempre 11 Chevanton in campo! :)
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